Padova (mercoledì, 28 maggio 2025) — Un’indagine della squadra mobile di Treviso ha portato alla luce un vasto sistema di riciclaggio di denaro, che coinvolgeva attività commerciali come bazar, bar, ristoranti, sale giochi, negozi d’abbigliamento e centri massaggi, gestiti da cittadini cinesi tra Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna.
di Virginia Spennacchio
Otto le persone arrestate: tre imprenditori italiani residenti a Castelfranco, Bassano del Grappa e Casale di Scodosia, e cinque cittadini cinesi, titolari delle attività coinvolte. Il denaro raccolto veniva trasferito su conti correnti cinesi mediante fatture false e l’utilizzo di applicazioni come WeChat e Alipay, strumenti in grado di garantire transazioni non tracciabili.
Secondo gli inquirenti, il sistema avrebbe consentito di trasferire all’estero almeno un milione di euro in circa quattro mesi. Il centro operativo dell’organizzazione era situato a Solesino, in provincia di Padova. In un’abitazione trasformata in base logistica, il denaro veniva nascosto in un vano creato nel pavimento. Le perquisizioni hanno portato al sequestro di circa 200.000 euro in contanti, diversi smartphone e un veicolo con doppiofondo, utilizzato presumibilmente per il trasporto del denaro.
L’inchiesta, avviata nel novembre 2024 e coordinata dal pubblico ministero Massimo De Bortoli, ha rivelato come parte delle somme riciclate potessero provenire da attività illecite, tra cui lo sfruttamento della prostituzione all’interno dei centri massaggi. Le persone arrestate sono indagate per reati che comprendono anche l’associazione a delinquere. Uno degli indagati è stato fermato mentre tentava di lasciare l’Italia attraverso un valico con la Slovenia. L’operazione evidenzia la complessità dei flussi finanziari illeciti collegati ad attività apparentemente legali e la necessità di strumenti efficaci per contrastare il riciclaggio di denaro.
Last modified: Maggio 29, 2025