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Zaia fuori dai giochi per il quarto mandato: la Commissione del Senato dice no alla Lega

Padova (giovedì, 26 giugno 2025) — Si ferma in Commissione Affari Costituzionali del Senato il tentativo della Lega di modificare le regole sui mandati per i presidenti di Regione. L’emendamento al disegno di legge sull’adeguamento del numero di consiglieri e assessori regionali, che avrebbe consentito un ulteriore mandato a Luca Zaia, è stato respinto con 15 voti contrari, 5 favorevoli (tra cui Lega, Autonomia e Italia Viva) e 2 astensioni, entrambe da esponenti di Fratelli d’Italia.

di Virginia Spennacchio

Il governo aveva lasciato carta bianca alla Commissione, che però ha deciso di non aprire la strada a nuove deroghe. Per il presidente uscente del Veneto, in carica dal 2010, si chiude dunque la possibilità di una ricandidatura. Ora il centrodestra dovrà individuare un nuovo nome per la corsa alle regionali, mentre il centrosinistra pare aver già scelto l’ex sindaco di Treviso, Giovanni Manildo.

Non nasconde la delusione il vicesegretario della Lega, Alberto Stefani, che definisce la bocciatura «un’occasione persa per i cittadini, che non potranno rinnovare la fiducia a presidenti e sindaci capaci». Stefani è anche uno dei possibili candidati per il dopo-Zaia, insieme al senatore di Fratelli d’Italia, Raffaele Speranzon.

Duro il commento del senatore Andrea Martella, segretario del PD Veneto, che parla di “commedia trascinata troppo a lungo” e sottolinea come il centrodestra si sia concentrato per mesi sulla possibilità di “salvare Zaia”, anziché affrontare i problemi reali del territorio. «I mandati sono due, la legge è chiara. È ora di voltare pagina», ha dichiarato Martella, che non ha risparmiato critiche alla maggioranza, accusandola di essere impegnata in una battaglia di potere piuttosto che in un progetto politico concreto.

Intanto, sul fronte del calendario elettorale, il ministro per gli Affari Regionali, Roberto Calderoli, ha aperto alla possibilità di rinviare le elezioni regionali previste per l’autunno alla primavera del 2026. Secondo Calderoli, le consultazioni in autunno complicano la gestione dei bilanci regionali, in quanto i tempi tecnici per insediare le giunte e approvare i documenti finanziari sono troppo stretti. «Questo tema torna ciclicamente: se non si interviene, ci ritroveremo con lo stesso problema ogni cinque anni», ha dichiarato il ministro, facendo riferimento al posticipo delle elezioni dovuto alla pandemia. Un eventuale slittamento potrebbe anche consentire a Zaia di rimanere in carica durante le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina, evento da lui sostenuto fin dall’inizio.

L’ipotesi, però, è ancora oggetto di discussione all’interno della Conferenza delle Regioni e non tutti i governatori sarebbero d’accordo con un rinvio. In attesa di decisioni ufficiali, il quadro politico veneto si prepara ad affrontare una fase di transizione, con il governatore più popolare d’Italia ormai ai margini della scena elettorale.

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Last modified: Giugno 26, 2025
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