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Padova accoglie Modigliani e Picasso: a Palazzo Zabarella le voci della modernità

Padova (giovedì, 26 giugno 2025) — Dal 16 ottobre 2025 al 25 gennaio 2026, Palazzo Zabarella a Padova ospiterà la mostra “Modigliani, Picasso e le voci della modernità”, un importante evento culturale che riunisce opere provenienti dal Museo LaM di Lille. L’esposizione presenta sessantacinque opere di trenta artisti che hanno segnato profondamente l’arte del Novecento, offrendo un percorso che attraversa il cubismo, l’astrazione, il surrealismo e l’art brut.

di Virginia Spennacchio

Tra i protagonisti indiscussi della mostra figura Amedeo Modigliani, rappresentato da sei dipinti, tra cui “Nudo seduto con camicia”, “Maternità” e “Ragazzo dai capelli rossi”. Le sue figure eleganti e stilizzate, sospese tra sensualità e spiritualità, incarnano una visione personale e senza tempo del corpo umano. I nudi di Modigliani, inizialmente oggetto di scandalo, hanno infatti rivoluzionato l’immaginario artistico del primo Novecento.

Accanto a Modigliani, l’esposizione include cinque opere significative di Pablo Picasso, tra cui “Pesci e bottiglie” (1909) e “Donna con cappello” (1942). L’artista spagnolo è affiancato da altri protagonisti del cubismo e delle avanguardie come Georges Braque, Fernand Léger, Henri Laurens, Joan Mirò, Paul Klee, Alexander Calder e André Lanskoy. Le opere esposte raccontano una stagione artistica di grande fermento, segnata dalla sperimentazione formale e dall’esplorazione di nuove modalità espressive.

La mostra è curata da Jeanne-Bathilde Lacourt, conservatrice del LaM, e nasce dalla collaborazione tra il museo francese e la Fondazione Bano. Dopo le prestigiose collaborazioni con il Brooklyn Museum e il Musée de Grenoble, Palazzo Zabarella rinnova il suo ruolo di ponte culturale tra l’Italia e le principali istituzioni artistiche internazionali. Federico Bano, presidente della fondazione, sottolinea l’impegno nel rendere la mostra accessibile a tutti, con iniziative educative rivolte anche alle famiglie e ai più giovani.

Un aspetto particolarmente interessante dell’esposizione è l’inclusione di opere di artisti autodidatti e outsider, come Séraphine de Senlis, Augustin Lesage e Fleury Joseph Crépin. Questi pittori, spesso estranei ai circuiti ufficiali dell’arte, hanno dato vita a una produzione ricca di spiritualità e visione interiore. La mostra dedica spazio anche all’art brut, concetto elaborato da Jean Dubuffet nel 1945 per descrivere un’arte grezza, istintiva, lontana dalle convenzioni accademiche. Tra le opere presenti spicca “Pane filosofico” dello stesso Dubuffet, insieme a sculture realizzate in granito e legno da Antoine Rabany e Auguste Forestier.

Divisa in sei sezioni, la mostra accompagna il visitatore in un itinerario che mette in dialogo forme artistiche diverse, tra classicità e rottura, istinto e teoria. Un’occasione unica per conoscere da vicino alcune delle voci più potenti e originali della modernità.

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Last modified: Giugno 26, 2025
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