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Caso Cecchettin, la Procura insiste: «Turetta sia giudicato per crudeltà e stalking»

Venezia (mercoledì, 21 maggio 2025) — La Procura di Venezia ha deciso di impugnare la sentenza di primo grado sul femminicidio di Giulia Cecchettin, chiedendo che vengano riconosciute le aggravanti della crudeltà e dello stalking.

di Virginia Spennacchio

Per il pubblico ministero, le modalità dell’omicidio parlano da sole: infliggere 75 coltellate in venti minuti equivale a infliggere una sofferenza prolungata e feroce, incompatibile con una reazione impulsiva. L’accusa sottolinea anche come non si possa ignorare il contesto di controllo e oppressione vissuto dalla giovane nei mesi precedenti al delitto.

Le indagini hanno infatti ricostruito un quadro fatto di messaggi insistenti, tentativi continui di contatto e appostamenti ripetuti. Filippo Turetta, oggi detenuto, era solito comparire nei luoghi frequentati da Giulia, limitandone la libertà e condizionandone la vita quotidiana. Oltre a ciò, secondo gli inquirenti, sarebbero emersi comportamenti manipolatori e ricatti affettivi volti a esercitare pressione psicologica sulla ragazza. Per la Procura si tratta di elementi inequivocabili che dimostrano una dinamica di prevaricazione e controllo, tipica dei casi di stalking.

Il sostituto procuratore Andrea Petroni intende far valere questi elementi nel prossimo grado di giudizio, convinto che non si possa derubricare il comportamento dell’imputato a una semplice crisi emotiva. La richiesta è quindi quella di rivalutare il caso nel merito, inserendo nel procedimento il riconoscimento delle aggravanti escluse. La difesa ha tempo fino al 27 maggio per replicare. Intanto, cresce l’attenzione pubblica sul processo, simbolo di una violenza strutturale ancora troppo presente e sottovalutata.

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Last modified: Maggio 21, 2025
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