Castelfranco Veneto (giovedì, 8 maggio 2025) — Restano dietro le sbarre Taha Bennani e Badr Rouaji, i due giovani di 21 e 19 anni coinvolti nella tragica aggressione avvenuta nella notte tra il 4 e il 5 maggio nel parcheggio del Playa Beach Club, una discoteca alle porte di Castelfranco Veneto. Entrambi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia che si è svolto il 7 maggio nel carcere di Santa Bona, a Treviso, davanti al giudice per le indagini preliminari Marco Biagetti. Le accuse sono pesantissime: omicidio volontario e tentato omicidio.
di Virginia Spennacchio
A perdere la vita, Lorenzo Cristea, vent’anni, originario di Trebaseleghe. Il ragazzo sarebbe stato colpito più volte con un’arma da taglio mentre tentava di difendere l’amico Alessandro Bortolami, 22 anni, di Zero Branco, anche lui ferito gravemente durante l’aggressione. Bortolami è stato ricoverato in condizioni critiche, ma nei giorni successivi è stato trasferito dalla terapia intensiva al reparto di chirurgia generale. È cosciente, ma secondo quanto riferito dai sanitari, non sarebbe ancora stato informato della morte dell’amico.
Secondo quanto emerso finora dalle indagini coordinate dalla Procura di Treviso, la dinamica dei fatti resta ancora da chiarire in modo definitivo. Ci sarebbero stati diversi presenti al momento della rissa e i carabinieri della Compagnia di Castelfranco Veneto hanno lanciato un appello a chiunque sia stato testimone diretto o abbia documentato la serata con foto o video, affinché fornisca il materiale utile a ricostruire l’esatta sequenza degli eventi. È stato acquisito anche un breve video amatoriale, della durata di otto secondi, consegnato da un testimone, ma le autorità cercano ulteriori riscontri. Le immagini ufficiali scattate dal fotografo del locale sono già state messe a disposizione degli investigatori.
Un altro punto ancora oscuro riguarda le modalità con cui Bennani e Rouaji si sono recati alla discoteca. Nessuno dei due risulta in possesso della patente di guida e finora non sono emerse prove certe riguardo a un eventuale accompagnatore o al mezzo con cui sarebbero arrivati sul posto. Gli inquirenti non escludono che i due possano essere stati accompagnati da terzi. Restano aperti anche gli accertamenti relativi all’arma del delitto: al momento è stata rinvenuta solo una delle due lame presumibilmente utilizzate nell’aggressione e le ricerche per individuare il secondo coltello proseguono.
Il contesto appare complesso, come dichiarato anche dagli avvocati difensori di Taha Bennani, Fabio Targa e Paola Miotti, i quali hanno evidenziato la presenza di molteplici soggetti coinvolti e la necessità di approfondire ogni elemento prima di poter tracciare una linea chiara dei fatti. I legali hanno inoltre parlato di un forte stato emotivo del loro assistito, che si troverebbe in condizioni psicologiche estremamente provate.
Nel frattempo, l’autopsia sul corpo di Lorenzo Cristea è prevista nei prossimi giorni e potrebbe fornire elementi utili per chiarire l’esatta causa della morte e il numero di colpi inferti. Intanto, il Reparto Operativo dei carabinieri di Treviso continua a lavorare per raccogliere ulteriori prove che possano consolidare il quadro accusatorio.
Gli investigatori sottolineano che ogni contributo, anche da parte di chi potrebbe aver filmato o fotografato momenti prima o dopo l’aggressione, può risultare determinante per arrivare a una ricostruzione completa. Le indagini proseguono a ritmo serrato per fare piena luce su un episodio di violenza che ha sconvolto la comunità locale e ha lasciato dietro di sé dolore, interrogativi e un profondo senso di ingiustizia.
Last modified: Maggio 8, 2025