Padova (sabato, 24 maggio 2025) — La recente sentenza della Corte costituzionale ha riacceso il dibattito sulle famiglie omogenitoriali in Italia. La Consulta ha stabilito che anche la madre intenzionale, e non solo quella biologica, può essere registrata all’anagrafe come genitore alla nascita del figlio. La decisione, attesa da anni da tante famiglie arcobaleno, ha suscitato reazioni opposte sul piano politico e sociale.
di Virginia Spennacchio
A Padova, simbolo della battaglia per i diritti delle mamme arcobaleno, si è tenuto un presidio in piazza. Tra le duecento persone presenti anche il sindaco Giordani, che ha ribadito l’impegno della città nel continuare a registrare entrambe le madri: un gesto di tutela verso i bambini, spesso lasciati in un limbo giuridico. Con lui, rappresentanti di Vicenza e Verona, uniti nel sostenere un modello di famiglia più inclusivo.
Di segno opposto i commenti del centrodestra. Fratelli d’Italia e Lega denunciano un attacco all’“equilibrio naturale” della famiglia, sostenendo che i minori abbiano diritto a crescere con un padre e una madre. Le critiche si fondano su una visione tradizionale della genitorialità e sull’assenza di una legge nazionale che regoli chiaramente la materia.
La sentenza, infatti, non risolve tutto. L’ultima parola spetta al Parlamento, chiamato difatti a colmare un vuoto normativo che per anni ha affidato la sorte di tante famiglie alle decisioni di singoli tribunali. nel frattempo, le mamme arcobaleno e i loro sostenitori si preparano a nuove battaglie legali, forti di un riconoscimento che, oltre al valore giuridico, ha il peso di un’importante vittoria civile.
Last modified: Maggio 24, 2025