Padova (mercoledì, 30 aprile 2025) – Alla vigilia del Primo Maggio, la protesta nelle fabbriche padovane non si arresta. In tutta la provincia proseguono gli scioperi promossi dai sindacati Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil per ottenere la riapertura della trattativa sul rinnovo dei contratti nazionali dei metalmeccanici, sia per il CCNL Federmeccanica che per il CCNL Unionmeccanica.
di Virginia Spennacchio
Le modalità di sciopero sono state diversificate e calibrate sulle realtà produttive. Alla Carel Industries di Brugine i lavoratori hanno scelto individualmente il giorno di adesione. Alla All.co di Vigonza si è optato per uno sciopero a singhiozzo, mentre alla Komatsu di Este si è adottato un modello “ad epidemia”, con scioperi organizzati per iniziali del cognome. Alla ZF di Selvazzano le adesioni hanno toccato il 90%.
Scioperi articolati si sono svolti anche alla Antonio Carraro, Pavan Gea, Elbi, Carraro Drivetech, Varem e Hitachi Energy. Turni interamente sospesi invece alla Arneg, Apros, Lofra, Maschio Gaspardo e Zilmet. Blocco quasi totale della produzione anche alla Dab di Mestrino, De Angeli Prodotti di Bagnoli, FHP di Monselice, Isoli, Fast di Montagnana e Mita di Conselve.
«Siamo a 32 ore di sciopero per il contratto Federmeccanica e 16 per quello Unionmeccanica. La risposta dei lavoratori è forte e coordinata», dichiarano i segretari provinciali Luca Gazzabin (FIM CISL), Michele Iandiorio (FIOM CGIL) e Davide Crepaldi (UILM UIL). «A chi ci accusa di gonfiare i numeri rispondiamo coi fatti: la produzione si ferma. Ora le aziende devono assumersi la responsabilità di riaprire il confronto».
I sindacati invitano le imprese a dissociarsi dalla linea rigida delle associazioni datoriali e seguire l’esempio di realtà come Baker & Hughes. Il messaggio è chiaro: «È il momento di trattare, non di tergiversare».
Last modified: Aprile 30, 2025